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  • SANTA MARIA PRESSO SAN SATIRO: UN GIOIELLO RINASCIMENTALE TRA I NEGOZI DEL CENTRO

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    Nella Milano medievale, via Torino si caratterizzava per l’elevata concentrazione di botteghe ed attività commerciali, che rivivono ancora oggi nei nomi delle vie dell’intorno: via Orefici, via Spadari, via Cappellari per citarne solo alcune. Oggi è un punto importante dello shopping del capoluogo lombardo grazie alla presenza di numerosi negozi di grandi marchi, che rendono i marciapiedi sempre affollatissimi, soprattutto nei weekend. Ma questa strada offre anche qualche chicca artistica da non perdere.

    Celata agli sguardi distratti perché arretrata di qualche metro rispetto alla linea del fronte degli edifici, fa mostra di sé una chiesa parrocchiale del V secolo, Santa Maria presso San Satiro. Intrapresa nel Quattrocento per volere del duca Gian Galeazzo Sforza, e poi proseguita da Ludovico il Moro, grande mecenate dell’epoca e amante delle arti, la costruzione aveva lo scopo da un lato di dare nuovo lustro estetico alla città, dall’altro di custodire un’icona miracolosa che aveva acceso nuovo fervore nella devozione popolare alla Madonna.

    I lavori presero il via nel 1478 con l’inglobamento di un antico sacello esistente dedicato a San Satiro, fratello del più celebre Sant’Ambrogio e patrono dei sacrestani, di cui sono ancora visibili la struttura architettonica e alcune porzioni degli affreschi di età carolingia. Intorno al 1482 l’ampliamento venne affidato all’architetto Donato Bramante, uno dei maggiori maestri dell’epoca e artista fondamentale per lo sviluppo del rinascimento lombardo. Bramante studiò un impianto a tau, cioè una croce con braccio superiore mancante, dove l’aula a tre navate, di cui quella centrale di maggiore ampiezza, si incrocia con un transetto a due navate. La mancanza del braccio superiore non fu tanto una preferenza stilistica quanto una scelta dovuta alla mancanza di spazio. Il problema fu brillantemente risolto da Bramante con una soluzione che rende oggi la chiesa un gioiello del Rinascimento: una finta architettura prospettica realizzata con modanature in stucco e dipinta, che dà otticamente l’illusione di profondità realizzando un coro in prospettiva. Il finto coro è decorato con volta a botte a cassettoni composta da tre arcate, in perfetta sintonia con l’aula; nella lunetta creata dall’artefatta controfacciata è affrescato l’episodio del miracoloso sanguinamento dell’icona della Madonna col Putto, immagine custodita nell’altare maggiore.

    Bramante diede lustro alla sua fama anche nella sacrestia, realizzata con pianta ottagonale come i battisteri paleocristiani e impostata su due ordini orizzontali: l’ordine inferiore arricchito da nicchie piatte e concave tra loro alternate; l’ordine superiore ospitante un ambulacro composto da bifore. Il disegno pulito e geometrico del rinascimento toscano si fonde bene qui con i ricchi impianti ornamentali lombardi, grazie alle decorazioni in cotto di Agostino Fonduli.

    La facciata fu in origine progettata dall’architetto Giovanni Antonio Amedeo, il quale ne realizzò solo lo zoccolo prima di abbandonare il progetto; la versione attuale fu realizzata nella seconda metà dell’Ottocento da Giuseppe Vandoni in forme neorinascimentali. La facciata, suddivisa in due fasce orizzontali, separate verticalmente da tre ordini di lesene corinzie, presenta un rosone centrale nell’ordine superiore, affiancato da entrambi i lati da una nicchia, ed è sormontata da un semplice frontone triangolare.

     

    Per chi volesse qualche informazione più dettagliata, Milanoguida organizza periodicamente visite guidate alla chiesa, con l’accompagnamento di uno storico dell’arte. Maggiori informazioni su date e costi sul loro sito www.milanoguida.com.

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