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  • IL CONTRIBUTO DI MILANO ALLA TEORIA DELLA RELATIVITA'

    10/06/2015 Autore: Monica Carofalo
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    Ho appena terminato una riunione di lavoro, e prima di tornare in ufficio, ne approfitto per fare due passi a piedi, vista la giornata piacevolmente fresca dopo il forte temporale di ieri notte.

    Sono in via Manzoni. Voglio evitare traffico e caos, vediamo….. si, decido per strade alternative, più tranquille.

    Questa è …. via Bigli, parallela di via Montenapoleone. E’ meno trafficata e si passa davanti a bei palazzi eleganti, storici. Siamo nella zona della moda milanese, in pieno centro.

    Mi fermo perché vengo incuriosita da qualcosa sul muro del civico 21.

    Ma che cos’ è? Un’ epigrafe! Leggo. Non posso crederci! Qui ha abitato Albert Einstein, il grande scienziato!! Prendo il cellulare, devo cercare approfondimenti. Peccato, è scarico! Non mi arrendo!

    Il portone d’ingresso affonda in un grande arco, mi avvicino e faccio un tentativo per entrare. Magari dentro al cortile c’è qualcosa di interessante; vediamo. Mentre mi avvicino all’inferriata mi sento chiamare da un signore. E’ un uomo sull’ottantina, ben vestito con baffi ampi e ben curati.

    Ha bisogno di qualcosa signora?  Dapprima ammutolita per l’imbarazzo, mi armo di coraggio e rispondo che passando per la via ho notato l’epigrafe, così, attratta, mi sono avvicinata a spiare meglio l’interno del cortile.

    A quale delle due targhe si riferisce signora? Sui lati del portone ce ne sono due: una riguarda Einstein, mentre l’altra la Contessa Clara Maffei.  Sono sorpresa, io ne ho vista solo una, non pensavo di scoprire che due illustri personaggi avessero dimorato qui, in questo edificio.

    Il signore, notando la mia reazione, continua a parlare. Signora, Albert Einstein ha vissuto qui da ragazzo, esattamente dal 1894 al 1895, insieme alla sua famiglia. Il padre, a differenza di tanti italiani che in cerca di lavoro si trasferivano in Germania, scese da Monaco in Italia. Dapprima a Pavia, con l’intento di aprire una centrale elettrica, poi per avere maggiori opportunità decise di trasferirsi a Milano. E’ tutto documentato nell’archivio storico della camera di commercio. Il padre aprì un’officina di motori e dinamo, nella zona del Naviglio Pavese e trovò casa proprio qui in questo stabile, lo stesso dei famosi salotti della contessa Maffei.

    Però! Non conoscevo questa storia. Sono molto interessata al racconto, così seguito ad ascoltarlo con attenzione. E per stare più comoda, mi appoggio all’inferriata del cancello.

    Le farà piacere sapere che Einstein era molto giovane quando ha vissuto qui, studiava al Policlinico di Zurigo e raggiungeva la sua famiglia solo d’estate.

    Al grande scienziato piaceva la Pianura Padana, amava fare lunghe passeggiate silenziose tra il Ticino e il Po e, pensi, si dice che abbia attraversato a piedi l’Appennino, con una lunga marcia da Voghera fino a Genova!

    In una lettera scritta all’amica Ernestina Marangoni, Einstein descriveva i mesi trascorsi in Italia come i più belli della sua vita. Non posso che accennare un sorriso. Beh, se lo dice Einstein!

    Qui, Einstein continuò a soggiornare fino alla morte del padre, e solo l’anno dopo venne assunto presso l’ufficio brevetti di Berna, da cui annunciò la teoria della relatività.

    Il signore guarda l’orologio. Bene signora spero che lei abbia avuto le notizie che cercava.

    Grazie non immaginavo di scoprire così tanto su Einstein questa mattina! Ora è meglio riprendere il mio cammino; si è fatto tardi!

    Salutandomi il signore mi consiglia di continuare per via Bigli, ma di rallentare all’altezza del 15. Troverà un’altra targa commemorativa: in quel palazzo ha vissuto gli ultimi anni della sua vita il grande poeta Eugenio Montale, premio Nobel della letteratura.

    Grazie! E complimenti per la sua disponibilità e cortesia.

     

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