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  • MATRIMONIO A ....VILLA NECCHI CAMPIGLIO.

    05/10/2015 Autore: Monica Carofalo
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    Finalmente riesco a vedere Lorenza, una mia cara amica dei tempi dell’università. Ci siamo date appuntamento in Piazza San Babila, davanti alla chiesa. Io sono già qui, un po’ in anticipo.

    La vedo che arriva, mentre sale le scale della fermata della metropolitana. Mi saluta con la mano e mi sorride affrettandosi a raggiungermi.

    Ciao Lorenza, tutto bene? Prendiamo un caffè? Hai qualche preferenza? Ci incamminiamo lungo Corso Vittorio Emanuele o verso Monte Napoleone? Lorenza suggerisce invece Corso Monforte. Accetto. L’importante è fare due passi e stare un po’ insieme.

    Ci avviamo e, da amiche che non si vedono da tanto, ci aggiorniamo subito sulle ultime news!!! Ad un tratto Lorenza mi guarda con un sorriso e mi dice che ha una bella notizia da darmi. Dopo anni ha finalmente deciso di convolare a nozze col suo fidanzato storico. La location del loro matrimonio sarà Villa Necchi Campiglio. Wow! Sono contenta per te, cara Lorenza! Ovviamente per la tua decisione, ma anche per la scelta di Villa Necchi, uno splendido tesoro di arte e cultura del Novecento. Bellissima!

    Lorenza mi chiede se ho voglia di visitarla, considerato che non dista poi tanto da dove ci troviamo. E’ qui vicino, in via Mozart, così magari lei ne approfitta per definire meglio alcuni dettagli per la festa.

    Mentre andiamo Lorenza ha voglia di spiegarmi il perché della scelta. Sai, abbiamo scelto questa dimora storica anche perché è un esempio architettonico del novecento. Fu costruita negli anni Trenta dall’architetto milanese Piero Portaluppi, su commissione della famiglia Necchi: Angelo Campiglio, sua moglie Gigina Necchi e sua cognata Nedda. Seguo con attenzione il racconto di Lorenza che continua: è a loro che si deve l’invenzione della celebre macchina da cucire!

    I Necchi Campiglio decisero di acquistare negli anni Trenta un terreno in città, in un area che allora era ancora poco urbanizzata, proprio qui tra via Mozart, via Vivaio e Corso Monforte. L’amico e noto architetto Portaluppi, uno dei progettisti più affermati dell’epoca, riuscì a realizzare una villa più simile alle dimore di campagna e di villeggiatura che a un edificio cittadino, come vedrai. Lorenza mi sorride, è contenta del mio interesse. Prosegue: nel secondo dopoguerra a Portaluppi subentrò nel restauro della villa Tomaso Buzzi, che conferì alle sale interne un aspetto più classico e tradizionale. Nel 2001 la residenza venne donata al FAI dalle due sorelle Gigina e Nedda e dopo i lavori di restauro è stata aperta al pubblico circa sette anni fa. Oggi è una casa –museo, ed ospita due importanti collezioni di opere italiane del XX secolo: la collezione Alighiero ed Emilietta de’ Micheli e la collezione Claudia Gian Ferrari.

    Vedrai, mi dice Lorenza, una volta entrata noterai la particolare distribuzione degli ambienti. Il piano terra destinato a prestigiosa sede di rappresentanza, quello superiore adibito a zona notte e l’ampio sotto tetto riservato alle camere della servitù. Il seminterrato ospita i locali di servizio e deposito, nonché quelli dedicati alle attività ricreative dei padroni di casa (palestra, sale per proiezioni, spogliatoio e docce per la piscina).

    Gli arredi sono ancora quelli originali, con quadri antichi, stucchi e boiserie, ma una delle cose più interessanti e che si possono vedere i più innovativi sistemi messi a disposizione dalla tecnologia dell’epoca! Cioè? Alla modernità che aveva investito ogni funzione della villa e della vita domestica, garantendo ai suoi abitanti quanto di più aggiornato in termini di comfort: ascensore, montavivande, citofoni interni ecc. oltre ai sistemi di sicurezza che oggi definiamo passivi, come la grata automatica di protezione dell’ingresso, le casseforti, e i caveau murati!

    Lorenza, ha un viso raggiante.  Mi confida che la scelta di festeggiare il matrimonio qui è perché sembra quasi di fare un tour turistico nella campagna milanese con l’ampio e lussureggiante giardino. Inoltre dopo il restauro le sale da ricevimento sono meravigliose, con le grandi finestre che riempiono l’interno con la luce diretta del giorno.

    La villa ha pure un orto, e propone un percorso botanico con un’infinità di fiori e di alberi, regalando verde e colore in tutti i giorni dell’anno. Un atmosfera di pace e tranquillità pur trovandoci a pochi passi dalla confusione del centro cittadino!

    Eccoci qui, siamo arrivati nella Villa. Che splendore! Ha proprio ragione Lorenza: il giardino è meraviglioso, sembra quasi di sentire ancora le voci e le risate dei padroni di casa che accolgono amici, conoscenti, nobili e industriali.

    Questa villa pare proprio un luogo magico e ideale per fare da scenografia per il matrimonio, un posto pieno di storia e di arte. Ottima scelta Lorenza, sono davvero felice per te! 

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