Properties & Life

Racconta Milano

Home > Media
  • C'ERA UNA VOLTA A MILANO UN MERCATO ORTOFRUTTICOLO CHE...

    16/12/2015 Autore: Grazia Moretti
    Foto

    C'era una volta a Milano un mercato ortofrutticolo che poi diventò un teatro e che presto diventerà uno spazio di "lavoro agile".
    Ma procediamo con ordine.

    Siamo alla fine dell'800 in pieno centro, quartiere Brera, per la precisione, in via Mercato. La toponomastica meneghina ha sempre i suoi buoni e curiosi motivi e questa via si chiama così perché qui, nel 1872, nasceva il primo mercato ortofrutticolo della città. Fatta questa premessa, se guardiamo una vecchia mappa di Milano, non è difficile capire perché intorno a via Mercato troviamo anche via Erbe e via Frutta: il consiglio comunale di Milano, sotto la guida del sindaco Giulio Belinzaghi, deliberò che la via principale e le strade adiacenti celebrassero il contesto dove sorgeva il mercato. Oggi alcune di queste strade sono scomparse.

    Per capire cosa è successo ai banchi di frutta, verdura e ortaggi, facciamo un salto in avanti,  verso la fine degli anni '10 del 900, quando l'edificio ottocentesco che ospitava il mercato ortofrutticolo risultò stonato rispetto allo sviluppo della città. Fu allora che venne smantellato e al suo posto collocato un teatro, voluto dalla Cassa di Risparmio delle Provincie Lombarde, che inglobò, smantellandole, alcune di queste vie.

    Il teatro fu pensato e voluto per i dipendenti della banca e prese il nome di "Teatro delle Erbe".
    Nel 1992, però, questo spazio di dopolavoro per i dipendenti, fu aperto alla città ospitando opere liriche, spettacoli di cabaret, concerti, teatro in prosa, convegni e cineforum. Una platea piccola da 330 posti che, sebbene ambita e accessibile a tutte le tasche, non ha impedito che il teatro chiudesse i battenti nel 2007.

    Oggi si torna a parlare di via Mercato 3: lo stesso luogo che ha ospitato prima il mercato e poi il celebre "Teatro delle Erbe", a breve diventerà uno spazio di "lavoro agile", il cosiddetto smart working.

    Abbiamo già visto alti spazi di co-working nascere e funzionare molto bene sul territorio, ma questo ha una caratteristica in più: nasce come spazio di "lavoro condiviso"...di lusso. Cinquecento posti (!) per professionisti di livello up: grafici, designer, pubblicitari, manager, artisti, tutti di livello alto o medio alto.

    Eleganti salotti e raffinati uffici in cui lavorare prendono il posto del palco, della platea e dei camerini, e, verrà creato un distinto bistrot dove fare pausa.
    Chi sono questi co-workers? Professionisti, accuratamente selezionati e dotati di member card, con grande competenza a cui si consiglia di non calarsi nel ruolo del milanese imbruttito: sempre sul pezzo, costantemente reperibile, troppo elegante e sfacciatamente efficiente, quello per cui la vita privata e gli aperitivi di lavoro tendono a sovrapporsi con facilità.

    A Milano sono ormai numerosi gli spazi di co-working: via Ventura, via Cesare Battisti, viale Montenero, viale Umbria. Ce n'è per tutti i gusti e per tutte le specialità. Basta scegliere.

     

    Indietro