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  • LÀ DOVE C’ERA L’ERBA…ORA COSA C’È? LA VIA GLUCK CINQUANT’ANNI DOPO.

    16/02/2016 Autore: Grazia Moretti
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    Passano gli anni, ma cinquanta sono lunghi…però quel ragazzo ne ha fatta di strada.  

    Era il 13 febbraio del 1966 quando Adriano Celentano, all’età di ventotto anni, si presentava al Festival di Sanremo con la canzone Il ragazzo della via Gluck. Scartata alla prima serata del festival, la canzone divenne, subito dopo, un successo internazionale clamoroso e uno dei primi manifesti ambientalisti.

    Il testo rimasto nella memoria di tutti, giovani e meno giovani, racconta di un posto “fuori città” ancora verde e genuino dove d’improvviso arriva impietosa e selvaggia la cementificazione: i palazzi, le case, i parcheggi, prendono il posto dei prati e della campagna.

    Ma com’è oggi la via Gluck? È una strada di Milano che, a dispetto della sua posizione non lontana dalla stazione centrale (da dove proviene il suono dell’amico treno che fischia così: “wa-wa”), sembra profondamente periferica e abbandonata. La via Gluck oggi è una strada a senso unico e multietnica, abitata per lo più da arabi e cinesi. La casa dove Adriano Celentano nacque nel 1938 esiste ancora, è al civico 14. Dal portone di ingresso si accede a un piccolo cortile che svela una palazzina in stato di abbandono e degrado. Tre piani distribuiti su una costruzione grigia e povera. Anche il bagno nel cortile dove ci si lavava esiste ancora. Ma è ormai un deposito di oggetti vecchi, carcasse di mobili, elettrodomestici e scarti di ogni sorta. La porta e la finestra della casa del cantante sono chiuse. Chissà se, e da chi, è abitata oggi. E chissà se chi vive oggi in quella palazzina conosce Celentano e il celebre motivetto divenuto un pezzo di storia importante della musica italiana. A tornare “in pellegrinaggio” in via Gluck sono oggi i fan del molleggiato che spesso fanno tappa anche presso un’antica osteria che resiste da circa cinquant’anni e che di recente ha cambiato il suo nome in “Antica Osteria di via Gluck”.

    Sono scomparse le botteghe del falegname, della sarta, del barbiere, ma una cosa è rimasta intatta: ancora oggi, dopo cinquant’anni dalla canzone-manifesto, l’associazione “Amici della Martesana Greco”, sostenuti da Legambiente, chiedono e combattono affinché la via Gluck venga riqualificata: meno parcheggi e cemento e più giardini. Oggi come cinquant’anni fa, si fa sentire la voce di chi deplora la cementificazione sconsiderata che modifica il tessuto urbano e sociale, snaturando gli ambienti e le relazioni tra gli esseri umani.
    Se andiamo avanti così, chissà come si farà. Chissà…

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