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  • LA FINE DEL TUNNEL

    09/05/2016 Autore: Franco Breglia

    Dopo le più o meno timide affermazioni da parte di esperti e operatori del settore in merito al fatto che probabilmente il mercato immobiliare sta per imboccare la fine del tunnel, buio o comunque scarsamente illuminato, in cui si era cacciato 7/8 anni fa, eravamo in attesa di conferme o smentite da parte di fonti ufficiali e condivise da tutti, addetti ai lavori e non.

    Da alcuni giorni sono disponibili sia il bollettino statistico Istat (“Mercato immobiliare, compravendite e mutui di fonte notarile” – 28 aprile 2016) che il “Rapporto sulla stabilità finanziaria – aprile 2016 – Banca d’Italia” che dedica un paragrafo al settore delle compravendite immobiliari.

    Il primo si concentra sul quarto trimestre del 2015, arco temporale in cui, a livello nazionale, i trasferimenti di proprietà di unità abitative è cresciuto del 10% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Gli ultimi tre mesi del 2015 sono stati particolarmente positivi anche per i mutui, i finanziamenti e le altre obbligazioni con costituzione di ipoteca immobiliare.  Le convenzioni rogate sono state quasi il 30% in più rispetto al 2014.

    Considerando l’intero 2015, il mercato immobiliare risulta in crescita per il secondo anno consecutivo, con un aumento del 5,4% dei trasferimenti a titolo oneroso rispetto al 2014. A trascinare verso l’alto questa percentuale ha contribuito il settore residenziale (più 5,7%). Meglio hanno fatto le grandi città, e, ragionando per macroaree, risultano sopra la media nazionale il Nord-est e il Nord-ovest del Paese.

    Lo studio della Banca d’Italia conferma il lento ma costante incremento delle compravendite in atto da qualche mese e registra finalmente la fine della flessione dei prezzi delle case. La convinzione che si tratti di una vera e propria ripresa, che dovrebbe stabilizzarsi in breve tempo, si basa su tre elementi: la condizione finanziaria delle famiglie che beneficia dell’aumento del reddito disponibile e dei bassi tassi di interesse, il miglioramento della situazione finanziaria delle imprese, la maggior qualità del credito bancario in termini di condizioni di offerta. Su tutti e tre i fattori grava ovviamente il rischio che la debole ripresa economica possa in qualche modo fare fatica a rafforzarsi e magari torni ad essere accompagnata dal segno negativo.

    Importanti indicatori che rafforzano la fiducia in una ripresa dell’intero settore immobiliare (che fra l’altro incide in maniera significativa sull’intero nostro sistema economico) sono almeno due: nel mese di dicembre la produzione dei settori industriali principali fornitori del comparto edile è di nuovo aumentata e i permessi di costruire, in graduale crescita, anticipano un incremento delle attività di costruzione e di ristrutturazione.

    Per quanto riguarda le quotazioni, nel secondo semestre 2015, i prezzi delle abitazioni si sono stabilizzati dopo aver cumulato una contrazione di quasi il 15% dall’estate del 2011. Si tratta ovviamente di una media nazionale. 

    Rispetto ai dodici mesi precedenti, è cresciuta (e non dà segni di cedimento neppure nel primo quadrimestre del 2016) la domanda potenziale, sia per uso diretto che per investimento, si sta lentamente riducendo la forbice tra offerta iniziale e prezzo effettivo finale e, infine, tendono ad accorciarsi i tempi medi di vendita.

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