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  • TEATRO LIRICO: TORNERA’ AD APRIRSI IL SIPARIO SULLA “PICCOLA SCALA”

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    Il tempio che per secoli ha accolto le eccellenze della musica, del teatro, della danza e persino del cinema, potrebbe riaprire i battenti già nella seconda metà della stagione 2017-2018, dopo 18 lunghissimi anni di chiusura, silenzio e macerie.

    Milano, via Larga 14: Il Teatro Lirico, progettato dallo stesso Regio architetto della Scala, Giuseppe Piermarini, rinasce dalle sue ceneri, come l’araba Fenice e torna all’ antico e originario splendore dopo i lavori di restauro: platea, palco, splendide balconate, finiture, decorazioni e tendaggi, colori pastello delle pareti e tappezzerie rosse, tutto riportato alla versione originale, quella della fine del Settecento. I milanesi lo ricordano come “la Cannobiana”, il teatro all’italiana con pianta a ferro di cavallo e vari ordini di palchi che ha accolto tra le sue mura la prima de “L’elisir d’amore” di Donizetti, la voce di Enrico Caruso nel suo periodo migliore, la prima di “Cabiria”, antesignano tra i kolossal della storia del cinema. E che poi è diventato la “sala grande” per Giorgio Strehler con le opere di Brecht, i concerti di Giorgio Gaber e molti altri mostri sacri cari ai milanesi e non, fino a quando, negli anni Novanta, una crisi finanziaria ne decretò la chiusura.

    La struttura rimane quella del teatro a vocazione “popolare” e, allo stesso tempo, polo culturale con una sala da 1.500 spettatori e torna ad essere, secondo tradizione, una casa per tutti i generi: dalla danza al cabaret.

    La Stage Entertainment, società olandese che gestisce 20 teatri in tutta Europa e che gestirà il Lirico per i prossimi 12 anni, vorrebbe riportarla al suo antico ruolo di piccola Scala, ma low cost, con musica classica, lirica, opera, jazz e tutti quei generi limitati a luoghi non a tutti facilmente “accessibili”. Oltre, chiaramente, alla danza, agli spettacoli, alla canzone.

    La chicca sarà uno spazio bar-ristorante, al secondo piano dell’edificio, con vista palco: parete di vetro scuro attraverso cui si potranno guardare palco e platea (ma non viceversa).

    Insomma, un altro gioiello restituito alla nostra città.

     

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