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  • E' PASSATO IL TEMPO CHE BERTA FILAVA...!

    16/06/2015 Autore: Monica Carofalo
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    Città che vai, leggende che trovi. Spesso le leggende sono identiche: è diverso il luogo, a volte l’epoca e i personaggi di contorno, mentre la o il protagonista non cambia. E’ il caso, ad esempio, della storia della “Berta che filava!”

    Non è solo una famosa canzone di Rino Gaetano. Nella tradizione popolare lombarda, si narra che Berta, in realtà Cuniberta o Adilberta o Teoberta, un nome di chiara origine longobarda, fosse una donna molto povera che filava senza sosta nel piccolo borgo coincidente con il quartiere attorno all’attuale piazza Wagner, dove oggi sorge la chiesa di San Pietro in Sala. Un centinaio d’anni fa qui c’era la fermata del Gamba de Legn’, cioè tranvai che partiva da Corso Vercelli e permetteva di raggiungere Magenta. Sulla base di quanto scritto su una lapide all’interno delle mura, la costruzione della chiesa di San Pietro in Sala risale all’aprile 1581, al posto di una preesistente cappella situata in un campo fuori Porta Vercellina, conosciuto come “Sala Rozone”.

    Nel 590, in epoca longobarda, alla morte di re Autari, la giovane moglie Teodolinda, non volendo rimanere sola, si risposa con il duca Agilulfo. La regina parte da Monza per raggiungere il suo sposo a Torino. Lungo il cammino l’entusiasmo contagia quasi tutti gli abitanti ad eccezione di Berta. Al passaggio vicino Sala di Rozone, Teodolinda nota Berta per nulla incuriosita dalla regale visita, anzi pienamente concentrata sul suo lavoro. Infastidita, la regina pretende spiegazioni da Berta, che si giustifica col fatto che la sua povertà le impediva di perdere tempo ad ammirarla. Teodolinda, compiaciuta dalla sincerità della donna, volle premiarla regalandole un terreno grande quanto il filo che la donna sarebbe riuscita a produrre in un solo giorno.

    Leggenda o realtà che sia, la nostra Berta ha lasciato il segno anche nella nostra piazza Wagner.

     

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