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ARREDO IN STILE INDUSTRIAL CHIC
Era dicembre del 2000 quando apparve per la prima volta sugli schermi delle sale cinematografiche il film “Chiedimi se sono felice”, celebre commedia di Aldo, Giovanni e Giacomo. Del lungometraggio, oltre la trama rocambolesca, le battute esilaranti, la partita di calcetto notturna in cui perde il naso un’antica statua in Piazza dei Mercanti a Milano, tutti ricordiamo le dolcissime musiche di Samuele Bersani e…il loft dei genitori di Giovanni "Al chicco d'oro", dove si trasferirà a vivere Aldo.
Quella che era una sistemazione “di fortuna” potrebbe diventare, in realtà, nell’immaginario collettivo, un esempio pioniere di uno degli stili più amati e in voga degli ultimi tempi: l’industrial chic.
Nato a New York negli anni ’50 quando iniziò a diffondersi il recupero di spazi in disuso (generalmente capannoni industriali e fabbriche dismesse in contesti che gradualmente si sono sempre più urbanizzati) con l’intento di ridurre il consumo e lo sfruttamento dei suoli, è stato portato al successo nelle grandi metropoli da film e serie tv americane, fino a conquistare, pian piano, anche piccole realtà locali e ad approdare, ormai da qualche anno, anche da noi.
Si tratta di uno stile grezzo e carico di personalità, moderno e vissuto, che unisce arte contemporanea e riciclo creativo: ai mattoni a vista si accostano travi in legno, larghi e lunghi infissi in metallo, impianti idrici a vista, arredo di “recupero”, materiali grezzi sui toni grigio, bronzo, acciaio, rame e linee di design calde e singolari.
Adatto agli spazi ampi e luminosi, lo stile industrial risulta davvero vincente negli open space, nei loft e in tutti gli ambienti in cui si ha la possibilità di godere di molta luce: di solito, infatti, l’atmosfera si gioca molto sulla presenza di ampie finestre possibilmente sprovviste di tendaggi.
Oltre alle strutture “a vista” (impianti, muri, tubature, travi ecc.), che siano vere o ricreate, alla luce e ai colori materici naturali, nello stile industrial ha grande valore decorativo ogni complemento d’arredo che racconti una storia vissuta: insegne, vecchi orologi da parete, oggetti con finiture in metallo che richiamino fabbriche e impianti, vecchie lampade a sospensione. Insomma, tutto ciò che possa conferire agli ambienti di casa un fascino vintage e, al tempo stesso, essenziale.
Sì, dunque, all’arredo minimal e non rifinito, ai materiali come cemento, vetro, legno, ferro, ai colori tenui e a dettagli decorativi che ricordino macchinari e ingranaggi.
Attenzione, lo stile industrial può risultare a volte severo e “spigoloso”: il segreto per “ammorbidirlo” sta nell’utilizzo di tappeti e biancheria dai toni tenui e rassicuranti (grigio, rosso cremisi, arancione bruciato, blu, giallo ocra) ma dalle fantasie assolutamente essenziali.
Via libera a contrasto e riciclo creativo, facendo sempre attenzione alla coerenza e alla funzionalità degli ambienti.
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