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  • LA CIECA. UNA NOTIZIA DA “BERE” ATTENTAMENTE.

    05/05/2016 Autore: Grazia Moretti
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    Siamo a Milano, in zona Porta Romana, la porta “bella” resa famosa da una delle più celebri canzoni popolari del repertorio milanese. Precisamente in via Carlo Vittadini, al civico 6.

    Se capitiamo tra le 19.00 e le 22.00 vedremo fuori un crocchio di gente che chiacchiera coi calici in mano, segno che la folla nasconde dietro di sé un’enoteca. Ma quello che non è intuibile a colpo d’occhio, è che si tratta di un’enoteca molto particolare e, per questo, degna di essere raccontata.

    Che sia speciale lo si comincia a sospettare dal cartello appeso fuori, con le istruzioni per bere “alla cieca”. E cioè degustare, in calici neri, ottimi vini di cui non si conosce né il colore, né la provenienza, né l’annata, né il nome del produttore. La cieca è un’enoteca dove oltre alla normale carta dei vini in mescita, te ne viene presentata un’altra “in incognito” con vini a cui viene attribuito un nome di fantasia e di cui l’unica cosa che si può sapere…è il costo al calice.

    Il resto è tutto da scoprire. Potrebbe sembrare facile, ma la prima cosa da indovinare è se stiamo sorseggiando un bianco o un rosso. Poi viene l’etichetta, o almeno la provenienza geografica. Certo, si possono fare delle domande a chi è dall’altra parte del bancone, ma, attenzione, le uniche risposte che sentirete saranno “no” o “forse”.

    Difficile inquadrarlo in una categoria. La cieca è un posto veramente intimo, sincero, amichevole dove si incontrano spesso gli stessi volti, quelli degli aficionados e quelli di chi, da dietro il bancone, con il sorriso, ti versa da bere. Una specie di vineria d’altri tempi dove trovare vini di piccoli produttori, vini artigianali che possono essere accompagnati, se in orario da aperitivo, a crostini con paté, olive, taralli, pane con olio extravergine. La cieca è in pratica un’atmosfera, un posto in cui stare, chiacchierare, stuzzicare, ascoltare, osservare. Da soli o in compagnia. Un piccolo tempio del vino per i devoti di Bacco, che siano intenditori, semplici appassionati o profani, dove si trovano sempre buona musica di sottofondo e ogni sera almeno venticinque eccellenti etichette tra cui scegliere. All’interno, un bancone ricoperto di tappi di sughero, un controbancone e un piccolo soppalco con solo un tavolo per otto persone. Una nicchia tra il domestico e il wine bar. Molto accogliente e incredibilmente capiente considerata l’espansione naturale dei clienti sul marciapiede.

    Un consiglio per chi ancora non ci fosse mai stato: chiedete del vino, semplicemente un bianco o un rosso, forte o leggero e fidatevi di chi trovate dietro il bancone e sceglie per voi, che sia Michele, Ermanno o Andrea. E poi...alla salute.

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